(domenica sera, dopo un sabato di fuoco)
Vedo la luna
tornando in bicicletta
da una messa troppo
lunga, poche parole rimaste.
Vedo la luna e penso
invidiosa
perché io non sono lei,
perché non ho luce
(anche se lei vive di riflessi)
perché sono anonima nell’ombra,
perché pedalo nella notte
senza fanali, allo sbando
stanca e annoiata.
Vedo la luna
e voglio che muoia,
invidiosa della sua bellezza,
perché lei splende
perché lei è nel cielo,
perché è la tua amante, cielo,
perché non sono io a spiare
il mondo vuoto
da lassù, occhio della notte,
occhio indiscreto,
velato da lacrime d’argento.
Scrivo da quando ho 14 anni, per gioco, per necessità.
Nel 2017 ho pubblicato la raccolta di poesie “Stracci di parole” della collana “In bilico sui versi” di Edizioni Progetto Cultura.
Dal 2011 sono parte attiva di un gruppo di ricercatori indipendenti, I dormienti di Efeso.