Respirare non vuol dire
essere vivi…
essere vivi…
Speranza che non c’è,
io scavo con le mani
per riportarla alla luce,
la cerco sottoterra,
lei nella sua bara di smeraldo,
nello scrigno d’avorio
prigioniera dei sogni.
Quale colpa averla negli occhi,
quale peccato volerla indossare
sette giorni alla settimana
fino a renderla un cencio,
una pezza lercia da piedi.
Non è il mio vestito buono,
non è il nastro della domenica
che raccoglie riccioli ribelli.
Quale colpa averla negli occhi,
quale peccato volerla indossare
sette giorni alla settimana
fino a renderla un cencio,
una pezza lercia da piedi.
Non è il mio vestito buono,
non è il nastro della domenica
che raccoglie riccioli ribelli.
Respirare non vuol dire
essere vivi…
Guardalo quel vestitaccio
sgualcito e strappato,
davanti alla porta del destino,
in balia dei cani
che se lo contendono.
Guarda la mia speranza
mentre un cane rognoso
ne fa brandelli.
Scrivo da quando ho 14 anni, per gioco, per necessità.
Nel 2017 ho pubblicato la raccolta di poesie “Stracci di parole” della collana “In bilico sui versi” di Edizioni Progetto Cultura.
Dal 2011 sono parte attiva di un gruppo di ricercatori indipendenti, I dormienti di Efeso.