Lo ricordo ogni anno quasi fosse un genetliaco. Una delle tante date che tengo a mente e nel cuore.
15 anni fa, appena festeggiata la laurea, nella nebbia del mattino lasciavo la mia casa natale, la mia vita tranquilla, la mia giovinezza per inseguire un sogno d’amore.
Un treno preso tante volte, lo stesso tragitto ma nel cuore il timore per il futuro, la sfida di una nuova città e la paura di non riuscire ad andare via.
Roma è una città che sa abbracciare e respingere nello stesso tempo, una carezza ruvida come quella di una mano provata dalla fatica del tempo.
Puoi solo amarla, da subito o scoprendola giorno dopo giorno nella sua caotica energia, nella fame di sorrisi, nelle urla che si snodano tra strade millenarie e periferie nascenti.
Puoi solo arrenderti all’infinita meraviglia di mondi che resistono tra le sue mura, agli angoli nascosti che tolgono il fiato, ai tramonti che la incorniciano come dipinti o cartoline.
Sei diventata la mia casa.
Auguri a noi, Città Eterna.
Scrivo da quando ho 14 anni, per gioco, per necessità.
Nel 2017 ho pubblicato la raccolta di poesie “Stracci di parole” della collana “In bilico sui versi” di Edizioni Progetto Cultura.
Dal 2011 sono parte attiva di un gruppo di ricercatori indipendenti, I dormienti di Efeso.