Buon compleanno Papà!

I padri amorevoli scatenano in me dei ricordi, oltre ad una forte attrazione che sicuramente proviene dall’atavico istinto delle femmine che induce a scegliere come proprio compagno un maschio in grado di procreare e provvedere al mantenimento della prole.
I ricordi non sono poi così lontani, ogni tanto posso condividere ancora con mio padre dei momenti speciali, come quando mi manda tramite mail una fotografia di un tramonto e mi scrive “qualche volta anche ad Adria si vede qualcosa di suggestivo bacioni papà”.
Papà è l’uomo dei miei sogni, forse questo è il motivo per cui nessuno mi sembra equiparabile… Dove lo trovi un uomo, oggi, che sia in grado di fare qualsiasi cosa?
Ho sempre ammirato molto mio padre e mi sono sempre chiesta come facesse a fare tutto e sempre bene, difficilmente qualcosa gli riesce male, e se succede da buon ariete, si adopera finché non trova una soluzione.
Ho avuto la fortuna di passare sempre molto tempo con lui, fin da piccola; era insegnante e questo gli lasciava parecchio tempo libero, salvo qualche consiglio di classe, colloqui con i genitori o scrutini, rare eccezioni nel felice susseguirsi delle nostre giornate.
Papà ha sempre cucinato, aveva tempo e gli piaceva, ho imparato da lui a cucinare, soprattutto i dolci. Anche mamma cucinava e cucina, ma più per dovere che per piacere. Papà invece quando si trova in cucina crea; in modo rapido, dall’antipasto al dolce, cose mai troppo elaborate perché preferisce la semplicità in tutto, anche nello scrivere.
“Scrivi frasi brevi, semplici”, questo è il consiglio che mi ha sempre dato come insegnante, indicazione che io ho preso alla lettera, non mi piacciono i periodi troppo articolati ed ampollosi, forse è il motivo per cui ho sempre preferito il greco al latino.
Da lui ho ereditato l’amore per la lettura: ricordo quando nelle mattine d’estate, avevo 8 o 9 anni, andavamo insieme in bicicletta fino alla biblioteca comunale per prendere in prestito qualche libro. All’epoca non c’era la biblioteca per i ragazzi, ariosa, rumorosa e colorata, c’erano un paio di scaffali con libri delle principali collane per ragazzi vicino alle cassettiere contenenti i cataloghi cartacei. Io scorrevo i titoli cercando quelli che mi attiravano di più ed intanto osservavo mio padre consultare il catalogo. Papà mi ha insegnato ad usare il catalogo cartaceo, le ricerche per autore, per soggetto, per titolo. Non lo ringrazierò mai abbastanza per avermi fatto conoscere così presto il luogo meraviglioso che per me è diventato la biblioteca.
E’ un uomo davvero talentuoso, la sua creatività emerge in ogni attività.
Appesi alle pareti di casa ci sono dei paesaggi dipinti da lui, ma i più belli sono nelle case dei vari parenti a cui spesso sono stati donati. Non ho mai visto mio padre dipingere, da quel che so smise dopo il matrimonio ed il motivo che lo portò a questa scelta non mi è mai stato molto chiaro. Unico residuo di questa passione qualche tubetto di colori ad olio utilizzati da me per dipingere i nanetti di gesso che erano posti sopra le colonne del cancello d’ingresso.
Papà è l’ultimo di cinque fratelli e l’unico che ha potuto studiare, sempre lavorando, sempre imparando a fare tutto quello che poteva essere utile. In lui convivono così tante abilità che potrei tranquillamente definirlo muratore, piastrellista, idraulico, installatore, elettricista, fabbro… E molto ancora.
Ha sempre avuto una grande passione per il fai da te e suo è il motto “Perché devo compare qualcosa se me la posso fare da solo?”. E quindi oltre ad aver costruito, manutenuto, abbellito la nostra casa rifacendo pavimenti e bagni e provvedendo a qualsiasi emergenza domestica, ha costruito di tutto: portavasi, mensole, scrivanie, sgabelli, un dondolo, una panchina, una sedia che diventa scaletta (dopo averla intravista su un catalogo, lui l’ha fatta!), uno xilofono, una cetra, librerie, portaspezie…
E le copertine dei libri.
Papà sa rilegare i libri e fare copertine. Lo ha insegnato a me e lo ha insegnato a scuola ai suoi alunni. Un piccolo telaio fatto da lui, un grosso ago e filo cerato. E via a rilegare i fascicoli della Divina Commedia, Promessi Sposi e della Bibbia. Tutti elegantemente raccolti nelle copertine rigide che lui creava incollando cartone, carta con i gigli fiorentini, gli angoli ed il dorso di stoffa o finta pelle intonata al colore dei gigli, e la cuffia.
Gli anni passano, queste cose non le facciamo più. Io abito lontana, ci vediamo qualche giorno al mese quando il turno di lavoro mi consente la fuga di un weekend.
Sono una donna di 32 anni ma Papà mi chiama sempre “bimba” ed io so che continuerò ad esserlo sempre, anche se ora è un nonno favoloso di una bimba meravigliosa. Adesso accompagna mia nipote a passeggio nel giardino facendole scoprire una vecchia elica che gira sospinta dal vento e la fa addormentare tenendola in braccio stando seduto sulla poltrona – e spesso dormono entrambi, nonno e nipote.
So che sarò sempre la sua “bimba” come quando prima di andare a dormire mi stendevo accanto a lui nel lettone e risolvevamo i rebus e gli indovinelli della Settimana Enigmistica. Sarò sempre la bambina che nelle notti d’estate seduta sul dondolo o sulla panchina osservava il cielo accanto al suo papà che le indicava le costellazioni o con cui raccoglieva i mirtilli nei boschi in montagna.
E’ sempre stato un uomo di poche parole, ma è un uomo grande, il più grande che io conosca.
Buon compleanno Papà, dalla tua “bimba”.
Buon compleanno Papà!
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